Gerst

Ricordo di Willi Gerstgrasser


A Merano in Alto Adige la canoa, che era già praticata dal 1951 grazie all’Ing. Fritz Brunner, proveniente da Steyr in Austria, sede nello stesso anno dei secondi Campionati Mondiali di Slalom, il quale aveva proposto l’inserimento della nuova Sezione Canoa nello Sport Club Merano. Questo sport si sviluppò velocemente e nel 1952 il Club organizzò, sul torrente Passirio, la prima gara “Canoa-Kandahar” alla quale parteciparono tedeschi, svizzeri, austriaci, jugoslavi ed alcuni canoisti locali. In seguito sempre a Merano nel 1953 fu organizzato il 3° Campionato Mondiale di Slalom. I canoisti meranesi acquisirono in quegli anni la capacità di navigare sul torrente Passirio migliorando la loro tecnica grazie alle difficoltà che incontravano allenandosi fra le veloci rapide con onde, rulli e massi fra dislivelli impegnativi nel centro della loro cittadina. Merano divenne così la patria degli slalomisti e già due anni dopo, nei Mondiali di Slalom a Tacen (Lubiana) del 1955, il meranese Willi Gerstrgrasser si piazzò 35° su 42 concorrenti. Poi in quelli del 1957 ad Augsburg in Germania ottenne un significativo 8° posto. Da rilevare che alle stesse gare la Squadra Italiana era formata da tre canoisti meranesi: Willi, suo fratello Siegfrid Gerstrgrasser e Karl Hober. I meranesi gareggiarono ad alto livello partecipando a tutte le gare più importanti per la scarsità di concorrenza degli altri club italiani e non ebbero rivali sino a quando nel 1960, la crescita dei primi atleti milanesi ed eporediesi e il sospirato inserimento dei loro Club nella Federazione Italiana Canottaggio, sbloccò una situazione che stagnava da tempo. Il Club di Merano, per l’organizzazione dei Mondiali del 1953 e per la partecipazione alle gare internazionali, aveva ottenuto una delega dalla Federazione Italiana Canottaggio in quanto non era ufficialmente inserito fra le società sportive della stessa Federazione. La cosa fu possibile vista la richiesta della Federazione Internazionale di Canoa e forse anche per la situazione abbastanza tesa in Alto Adige, dove si rivendicava l’autonomia dall’Italia. Ad Ivrea, il gemellaggio con gli jugoslavi di Nova Gorica che giunsero in anni ed occasioni diverse, ci aiutò a migliorare tecnicamente grazie all’apporto dei canoisti Bone Pavel, Toni Prijon e Miran Mozetic e soprattutto l’eskimo, manovra che serviva a ristabilire l’equilibrio dopo un ribaltamento senza dover uscire a nuoto dalla canoa. Il legame con gli jugoslavi si associa anche ai meranesi in quanto Toni Prijon prima di trasferirsi in Germania a lavorare presso la ditta di canoe smontabili Klepper fu ospite della falegnameria della famiglia Gerstgrasser. In quel periodo Toni aiutò Willi a creare delle maschere di legno per creare la “Passer Paddel”, che divenne la pagaia usata dai meranesi. Pagaia con superficie della pala più ridotta rispetto alle altre in commercio e a detta loro, questa creava meno resistenza aiutandoli a manovrare più facilmente nell’acqua veloce e dura del Passirio. La mia attività canoistica inizia nel 1961 e fra i canoisti dell’epoca quello che riscuoteva maggior considerazione era Willi Gerstgrasser vincitore in tutte le gare di quel periodo. Ad Ivrea nel 1963, con l’aiuto di Willi Gerstgrasser, arrivarono alcuni modelli della ditta Baschin tedesca disegnati da Bone Pavel. La canoa da discesa il Mik molto instabile con la quale sempre Willi aveva vinto il Campionato Italiano di Discesa Libera nel 1961 sul fiume Taro e 3 modelli da slalom che per la prima volta erano state saldate verticalmente e non orizzontalmente come tutte le altre. La figura di Willi era per me a quel tempo qualche cosa di irraggiungibile, forte, alto, sicuro in acqua mossa tanto che dopo una delle prime gare di slalom fra i ponti ad Ivrea, Willi ed altri canoisti jugoslavi scesero, per divertirsi, oltre lo scivolo verso le rapide del Mattatoio attuale campo da slalom, cosa che noi non avevamo mai fatto. Vederli manovrare cosi facilmente e leggeri fra le onde, con torso nudo ed abbronzati, rappresentavano gioia nell’esprimersi, libertà di movimenti e sicurezza la dove noi vedevamo solo pericolo. Fra i meranesi quello più disponibile e che conosceva meglio l’italiano era Willi, con il quale era più facile comunicare e fare amicizia. A Natale di quell’anno ricevetti una cartolina da Merano con i suoi auguri che tutt’ora conservo come una reliquia. L’anno successivo, il 1964, venni convocato dalla Federazione Italiana Canottaggio per una gara a Spittal in Austria assieme ai fratelli Gerstgrasser. Il mio club mi portò a Merano dove restai per una notte a casa loro che era in un palazzo vicino ai giardini e al Passirio di fronte alla Wandhalle. Un letto con un piumone al posto delle lenzuola; per me era la prima volta che dormivo in quelle condizioni. Al mattino sua mamma, una signora molto gentile e riservata, ci preparò la colazione e ci diede dei panini per il viaggio. Pane di segale con finocchietto, fette di salame e burro spalmato che apprezzai molto durante il viaggio. Il papà guidava l’auto, una Wolksvagen familiare, e partimmo per l’Austria fra le strade di montagna che portano al Brennero impiegando tre ore con un traffico pazzesco; non esisteva ancora l’attuale autostrada. Willi cercava di incoraggiarmi a vivere quelle mia nuova esperienza sdrammatizzando tutto quello che vedevo come impossibile. Aveva sempre una parola positiva anche quando suo padre era molto burbero non solo con i figli ma anche con me; mi prendeva da parte perché io capissi e non mi spaventassi. Anche sul fiume lo seguivo e guardavo tutto quello che faceva per capire e riprovare. Ancora una volta insieme ai Mondiali dal 7 al 10 agosto del 1965 al mio primo campionato del Mondo come si nota nella cartolina che ricorda la sfilata a Spittal in Austria (2). Di quegli anni sono anche le due fotografie riprese ad Ivrea dove, nella prima Willi è appena passato dallo scivolo (3) e nella seconda siamo in acqua all’arrivo della gara all’inizio dell’attuale canale (4). Nel 1966 ero militare a Merano dopo una traversia a causa della mia nullità dimostrata nei test a Sabaudia dove venni trasferito dopo il CAR effettuato fra gli Alpini a Bra. Anche se ero campione italiano fra i giovani, per il centro della Marina Militare di Sabaudia avevo dimostrato la mia mediocrità di atleta, perché non avevo mai sollevato sovraccarichi ed i pesi che mi avevano messo sul bilanciere avevano il mio stesso peso e non fui capace a sollevarli. Mi rispedirono così al CAR che a sua volta fui trasferito al 7°Alpini di Feltre. Un campo invernale come specialista al tiro di mortai da 110 mm. prima che due amici canoisti della Tirrenia Todaro di Roma, Tilli e Bellincampi che avevano collegamenti con la Federazione Canottaggio mi fecero trasferire a Merano. Lì il Capitano della mia compagnia, non senza qualche perplessità, mi preparava un permesso giornaliero per potermi allenare e dopo l’alzabandiera facevo un paio di chilometri per raggiungere la centrale elettrica di Marlengo sull’Adige dove gli alpini avevano una base per l’ordine pubblico in quel periodo di attentati alle linee elettriche. Mi cambiavo nel loro spogliatoio ed entravo in Adige con la canoa in vetroresina che mi aveva prestato il canoista Karl Hober; all’interno mettevo un carrellino per il trasporto della canoa per il rientro a piedi dalla discesa che arrivava sino a Sinigo dopo 3km di fiume. Con lo sciogliersi delle nevi gli allenamenti erano sul Passirio nel centro di Merano, la canoa la lasciavo nella falegnameria dei Gerstgrasser che era sulla passeggiata dopo la gelateria Costantin molto conosciuta a Merano. Ogni giorno a piedi con la canoa a spalle sino alla Gilf e slalomando arrivavo nuovamente alla falegnameria. Quell’anno gareggiai per lo Sport Club Merano vincendo il titolo italiano senior di Discesa Libera e di Slalom. Willi in quel periodo non gareggiava più ma fummo ancora insieme ai Campionati Mondiali di Bourg St Maurice in Francia nel 1969 dove lui era responsabile tecnico della squadra(5) ed ancora insieme in alcuni allenamenti prima delle Olimpiadi del 72 ad Augsburg dove lui ci aiutava come tecnico. Quando ritornavo ogni anno a Merano per le gare cercavo sempre di incontrarlo ma spesso non si faceva trovare nell’ambiente canoistico. Una delle ultime volte che lo vidi gli regalai il libro scritto in occasione di mondiali ad Ivrea del 2008. “La canoa una storia eporediese”, nel quale parlavo anche di lui. Era sempre contento di incontrarmi; nell’ultimo periodo soffriva di un tumore ai polmoni perché era un accanito fumatore e non voleva smettere; mi raccontò che non si trovava più a suo agio con il club, perché alcune persone della nuova generazione di soci lo considerava una persona scomoda e non gestibile forse per la sua personalità ed esperienza. In quell’incontro a casa sua mi regalò alcune fotografie in bianco e nero con la dedica che tengo con cura nella mia collezione. Un mentore come atre due persone nella mia vita canoistica, Carlo Brizzolara, Toni Prijon; Willi Gerstgrasser ci ha lasciati all’età di 71 anni il 6 novembre del 2008. Roberto D’Angelo Ivrea 12 dicembre 2018

Gerstgrasser(1) Una delle sue prime immagini in canoa.

Spittal 1965(2) Sfilata delle nazioni a Spittal Austria nell’apertura dei Campionati del Mondo del 1965. A sinistra il fratello Siegfrid, io al centro e a destra Willi. Il padre dei Gerstgrasser davanti a noi come rappresentante della squadra italiana.

img119(3) Willi appena dopo lo scivolo di Ivrea con una canoa modello super piatto di Alessandrini.

img120(4) All’arrivo della gara di Slalom ad Ivrea in compagnia di Will.

img048 Willi con la prima canoa Baschin la cui massima larghetta era nella parte posteriore e non al centro come all'epoca.

Bourg St. Maurice 69(5) La squadra Italiana ai Mondiali 1969 di Bourg St. Maurice in Francia Da sinistra Peretti, D’Angelo R., Bruno, Alessandrini, D’Angelo G., Manner, Gerstgrasser Willi. In basso Di Stazio e Testa.

img118(6) Allenamenti ad Augsburg prima delle Olimpiadi del 1972 in acqua Roberto e Giuseppe D’Angelo e sulla destra Willi.