canoa g

 

Vedere e/o ascoltare

In ogni persona il comportamento degli occhi può evidenziare, fra le altre cose, il modo in cui il nostro cervello e quindi il nostro corpo ricevono informazioni provenienti dall'ambiente che ci circonda (esterne), oppure dal nostro corpo (interne). Considerazioni queste che ci offrono l'occasione di parlare della canoa in modo diverso e volendo ci aiuteranno a verificare le nostre conoscenze per comprendere come si possa continuare a migliorarle.

Vi chiederò di prestare attenzione al comportamento degli occhi e al loro movimento, mentre ascoltate una parte del vostro corpo, ad esempio quando siete seduti comodamente in canoa.

Quindi mettetevi in canoa ed ascoltate in quale modo appoggiate i talloni sul fondo.

  • Siete capaci di riconoscere in che modo appoggiano?, l'appoggio è simile in entrambi?, appoggiano entrambi nello stesso punto?

Ed ora ascoltate in che modo aderiscono i piedi sul poggiapiedi.

  • Toccano con la parte esterna o interna?, con quella superiore o con la centrale?, uno aderisce più dell'altro?.

Per rispondere a queste domande avete dovuto prestatre maggiore attenzione alla posizione dei vostri piedi e a come questi erano in rapporto con il poggiapiedi. Inoltre, siete in grado di ricordare anche dove avevate lo sguardo mentre vi ascoltavate?

  • in avanti?
  • in basso?

E se lo sguardo era in avanti o in basso, sapete descrivere quello che vedevate?

Fate una breve pausa prima di continuare pensando a quello che avete letto.

Interno - Esterno

Il nostro corpo, come già abbiamo avuto modo di dire, asseconda le nostre idee sia che queste ci dicano di ascoltare un movimento al nostro interno che di cercare punti di riferimento all'esterno. Una cosa è certa, non possiamo chiederci di controllarle o assecondarle contemporaneamente, perché si può solo prestare attenzione ad una e poi all'altra. Quanto più rapidi saremo nel passare da una all'altra, maggiore sarà il controllo di quello che sta avvenendo. Per chiarire questo concetto immaginiamo di pagaiare in uno specchio di acqua tranquilla prendendo come obiettivo un punto di riferimento distante da noi, ad esempio un albero. La nostra esperienza ci dice che se desideriamo raggiungerlo percorrendo meno strada, dovremmo guardare di sovente la punta della nostra canoa e l'albero che è in lontananza. In questo modo ci renderemo conto dei cambi di direzione non voluti ponendovi quindi istintivamente rimedio. Come potremo notare in questa situazione gli occhi sono rivolti in avanti pronti a ricevere tutte le informazioni necessarie. Al contrario abbandonare visivamente l'albero per ascoltare l'appoggio dei talloni sul fondo della canoa o dei piedi sul poggiapiedi, distoglierà l'attenzione dei nostri occhi i quali tenderanno a rivolgersi in basso per ascoltare quello che avviene al nostro interno. Quindi, maggiore sarà il tempo che dedichiamo a questo ascolto e più probabilità avremo di perdere momentaneamente il nostro obiettivo. Così facendo allontaneremo i tempi di verifica per il mantenimento della direzione stessa. Immaginate però se tutto questo avviene in rapida dove sono necessarie manovre corrette in tempi e spazi limitati!?. Se ascolteremo il comportamento dei nostri occhi potremo notare le differenze descritte, riconoscendo dalla loro posizione a che cosa stiamo attenti. A volte la loro posizione, quando ascoltiamo cosa avviene dentro di noi, potrebbe essere rivolta in avanti ma dare la sensazione di uno sguardo assente, uno sguardo che non vede per l'impegno nell'ascolto di altro. La stessa cosa può accadere quando parliamo con un'altra persona, se siamo presi da quello che vogliamo dire, probabilmente non riusciamo ad ascoltare il nostro interlocutore. Quindi, anche in questo caso più saremo capaci di parlare ed ascoltare, tanto maggiore sarà il controllo di quello che sta avvenendo nella comunicazione.

Esercitarsi quindi a migliorare le conoscenze interne in situazioni favorevoli, prestando attenzione soprattutto a queste sino a quando non saremo in grado di averne tutta la coscienza. In seguito potremo applicarle istintivamente nelle più svariate situazioni che incontreremo sul fiume. Come abbiamo detto potremo passare rapidamente dall'esterno all' interno con continue verifiche, al contrario proviamo ad immaginarci di traverso in un rullo nel quale abbiamo difficoltà ad uscire. A volte il nostro obiettivo principale, in quelle circostanze, è di avere un buon appoggio sulla pala per non farci capovolgere (interno), mentre se non cercheremo con gli occhi anche la via d'uscita (esterno), non riusciremo a muoverci da quella scomoda situazione. Sarà così più comprensibile il fatto che se siamo pre-occupati di qualche cosa dedicheremo maggiore attenzione a quello che avviene dentro di noi perdendo l'obiettivo più importante che nel nostro caso è la soluzione per uscire.

Quello che ho cercato di dire ci può aiutare a capire che, se focalizziamo soprattutto l'attenzione su riferimenti esterni al nostro corpo quali acqua, ostacoli, ambiente, etc., riusciremo a conseguire con efficacia gli obiettivi che permetteranno una divertente e rilassata discesa del fiume. L'aspetto interno invece, che è collegato alle conoscenze corporee e alle tecniche acquisite, va preparato ed affinato in condizioni diverse. Se vogliamo discendere un fiume con tranquillità, sarà fondamentale scegliere percorsi o situazioni idonee, nelle quali, con la tecnica e le conoscenze in possesso, potremo esprimerci liberamente. Se così non fosse, causa la scarsa conoscenza-coscienza di tecniche adeguate e dovessimo dedicare maggiore attenzione al nostro interno, probabilmente perderemmo quegli obiettivi esterni che ci permetterebbero di effettuare la discesa in completa sicurezza e libertà.

D'ora in poi se saremo anche capaci di osservare il movimento degli occhi dei nostri compagni, avremo apportato nuove conoscenze al nostro bagaglio di esperienze sulle quali potremo contare per riflettere ed eventualmente essere di aiuto ad altri.